Legge di stabilità 2016 Edilizia | Le nostre imprese

Legge di stabilità 2016 Edilizia

Sembra proprio che per l’edilizia italiana la crisi non voglia allentare la morsa e che la luce alla fine del tunnel sia davvero lontana. La situazione attuale e le prospettive future appaiono critiche: da marzo 2008 a marzo 2015, l’edilizia ha perso un quarto della sua forza lavoro e Confartigianato ricorda come a febbraio 2015 il valore della produzione sia sceso dell’1,3% rispetto a gennaio. La condizione del settore delle costruzioni nel nostro Paese rimane decisamente peggiore rispetto all’Europa: negli ultimi 12 mesi la produzione del settore in Italia è calata del 5,8% ; la flessione è evidente, gli investimenti sono diminuiti drasticamente del 2%.

A contribuire a ciò vi è però una verità ancora più amara: i ritardi nei pagamenti alle imprese, la discesa dei prezzi delle abitazioni del 2,9 %,la difficoltà delle banche a concedere mutui alle famiglie e molto probabilmente l’impossibilità di quest’ultime nel poterli sostenere. I primi dati non permettono quindi un barlume di speranza e di certo la tassazioni sugli immobili ,che il governo ha imposto incessantemente ai suoi contribuenti ,tra cui IMU e TASI, non aiutano! Le imprese si dichiarano fortemente preoccupate e se qualcuno scommette per una possibile ma lenta ripresa, gli scettici non si risparmiano su pronostici a dir poco apocalittici.

D’altronde lo scenario per il nostro paese non è dei migliori:opere incompiute, cantieri a cielo aperto ovunque, autostrade che vengono terminate dopo 40 anni e con non poche difficoltà, scuole che crollano ed edifici completamente abbandonati a se stessi, che invece di essere sfruttati per scopi collettivi si convertono in vittime delle intemperie e del degrado. Tutto sembra avere un comune denominatore:”le incompiute all’italiana”. Si elevano alti e risonanti le grida d’aiuto al governo per la stabilizzazione di un piano che rimanga costante. Secondo le voci di corridoio quest’ultimo dovrebbe stanziare 20 miliardi per la realizzazione di opere pubbliche e contribuire affinché l’edilizia si collochi in una direzione completamente opposta a quella fin’ora intrapresa.

Per l’ANCE basterebbero perfino 4 miliardi per passare da un calo dello 0,5 % ad una crescita del 3,2 %. È necessario un cambio di rotta radicale, ma soprattutto è importante puntare sull’attività di ristrutturazione con una riqualificazione effettiva degli immobili. Chissà che non sia la nuova legge di stabilità a favorire la ripresa tanto auspicata e a concedere ai costruttori e alle imprese un sonno tranquillo!

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